Un nuovo studio rivela che la velocità con la quale siamo abituati a leggere online dipende molto dal font e da quanti anni abbiamo.
Se hai una certa età, probabilmente hai notato che non sei più in grado di leggere velocemente come un tempo. Questo potrebbe essere causato da un calo della vista o da cambiamenti cognitivi. Ma potrebbe anche dipendere da un font datato!
Un recente studio pubblicato sull’ACM Transactions on Computer-Human Interaction, ha dimostrato che i font influiscono in modo determinante sulla velocità con la quale una persona riesce a leggere sugli schermi e che sono più determinanti quando si superano i 35 anni di età.
I font presi in esame
Shaun Wallas, un dottorando in informatica alla Brown University, ha deciso di raccogliere dei dati su “quali guadagni nell’efficacia della lettura sono possibili manipolando la sola scelta dei caratteri”. Il team di Wallace ha quindi sottoposto a 352 partecipanti, dai 18 ai 71 anni, la lettura di un testo sui propri dispositivi personali per imitare un ambiente di lettura naturale.
Sono stati selezionati e testati tra esperti di leggibilità 16 font in base alla loro popolarità su web, quotidiani e documenti PDF: Avenir Next, Arial, Avant Garde, Calibri, Franklin Gothic, EB Garamond, Helvetica Neue, Lato, Montserrat, Noto Sans, Open Sans, Oswals, Poynter Gothic Text, Roboto, Times e Utopia.
Le scoperte
La scoperta più grande è insoddisfacente in un certo senso, come sottolinea l’esperto di usabilità Jakob Nielsen in una sintesi della ricerca: non sembra esserci un font che ha un vero predominio sugli altri. Alcune persone leggono meglio con Arial, altre con Avant Garde. Ma sono le differenze individuali ad avere un significato rilevante rispetto agli effetti complessivi.
Infatti, i font che le persone hanno dichiarato di preferire, non erano necessariamente quelli che li aiutavano a leggere più velocemente: a qualcuno potrebbe piacere il look dei testi con Helvetica, per esempio, anche se Open Sans trasformerebbe le loro letture in letture veloci.
Una scoperta era comunque chiara: i partecipanti più anziani, dai 35 anni in su, leggono in media più lentamente rispetto ai partecipanti più giovani con ogni tipo di carattere, ad eccezione di EB Garamond e Montserrat. Questo grafico dice tutto. La linea rossa rappresenta i partecipanti di età pari o superiore a 35 anni; la linea blu rappresenta i minori di 35 anni.
Che cosa rende Garamond EB e Montserrat più leggibili ai lettori più anziani?
Su tutti i caratteri tipografici studiati, Montserrat ha l’altezza x più alta (ci si riferisce all’altezza di una “x” minuscola). “I tipografi hanno progettato caratteri con altezze x più alte per aumentare la leggibilità in passato,” racconta Wallace in Co.Design, riferendosi a font popolari sul web come Georgia e Verdana. “Un’altezza x più grande può migliorare la leggibilità anche con caratteri di dimensioni inferiori. Man mano che invecchiamo e abbiamo bisogno di dimensioni dei caratteri più grandi, il design di Monsterrat potrebbe aiutare in questo.”
Lo studio ha posto particolare attenzione anche sulle dimensioni dei caratteri e sembra aver rilevato altri attributi che rendono Montserrat più leggibile rispetto ad altri caratteri.
Per quanto riguarda EB Garamond, le grazie (serif) gli conferiscono un aspetto classico con “un design moderno rispetto ad altri caratteri serif nel nostro studio”, afferma Wallace. Questo forse risuona con i lettori più anziani che hanno familiarità con i caratteri serif pur beneficiando di funzionalità più contemporanee, come un’altezza x più alta.
I risultati dello studio sottolineano in conclusione un problema di progettazione che va ben oltre la tipografia: non esiste un utente “medio”. Anche se ci fosse, progettare per quella persona ne escluderebbe innumerevoli altre.
Quali font sono consigliati per la lettura su schermo?
Per le letture su schermo, Wallace suggerisce che la risposta sta nelle esperienze personalizzate. “Riteniamo che tutti dovrebbero disporre di un token di progettazione digitale che sviluppatori ed editori possono integrare in app e siti Web per supportare una leggibilità personalizzata,” afferma. È un’idea ambiziosa, con implicazioni sensibili sulla privacy, che Wallace ammette prontamente, osservando: “Un’alternativa è esplorare gli strumenti che gli utenti possono installare e controllare per ridisporre o riformattare il testo che leggono”.
Fino ad allora? Se hai più di 35 anni e ti ritrovi a arrancare in un blocco di testo, non incolpare te stesso: dai la colpa al carattere tipografico scelto!
Fonti: https://dl.acm.org/doi/10.1145/3502222#d1e6100, https://www.fastcompany.com/90747518/are-fonts-ageist?ref=webdesignernews.com