3. Priorità al Page Speed
Dal lato tecnico, già da qualche anno, il page speed è diventata una considerazione prioritaria per gli sviluppatori. L’aggiornamento dell’algoritmo di Google del 2021 rende la velocità un fattore ancora più importante per la SEO.
Questo riflette però anche le aspettative più elevate degli utenti, ormai abituati a smartphone e connessioni altamente prestanti, basti pensare infatti che il 53% degli utenti abbandona una pagina che impiega più di 3 secondi per caricarsi.
Oltre al Google PageSpeed Insights o Lighthouse come strumenti per valutare l’ottimizzazione della velocità delle nostre pagine web, ci sono anche alcuni accorgimenti che gli sviluppatori possono prendere in considerazione per far si che le pagine si carichino rapidamente: l’ottimizzazione delle immagini e il loro caricamento differito fuori schermo e il limite del numero di caratteri possono incidere sulla velocità del page speed.
4. No Code
Sempre per ragioni di velocità di caricamento, sempre più team incorporano zero codice nei loro flussi di lavoro, beneficiano anche dell’indipendenza che questa scelta offre.
No-code è diventato un vero e proprio movimento, anche perché, dal lato pratico, permette a tutti di creare uno spazio web senza competenze di programmazione.
Per le aziende, questo significa che più membri del team possono dedicarsi alla creazione di risorse Web per comunicare il proprio brand: ad esempio, il reparto delle risorse umane può creare siti di formazione, archivi di risorse o directory aziendali, mentre il team di progettazione può realizzare prototipi in staging o creare sistemi di progettazione che possono essere referenziati da chiunque all’interno dell’azienda, così che il reparto marketing può contribuire direttamente alle parti del sito che utilizza per connettersi con i clienti o creare micrositi per campagne specifiche o iniziative più piccole.
L’indipendenza offerta dal no-code apre maggiori opportunità di innovazione e sperimentazione e aiuta il team a lavorare molto più rapidamente.
5. Inclusività: immagini reali vs immagini virtuali
Inclusività è una parola che, ancora oggi, viene ridotta al politicamente corretto, mentre meriterebbe di essere percepita anche nel mondo del web design, come un’opportunità di colmare vuoti creativi per rappresentare ciò che ancora nn è rappresentato e portare l’inclusivo laddove non esisteva in precedenza, tenendo in considerazione anche il fatto che, nel mercato globale e iper-personalizzato di oggi, l’inclusività si rivela essere una potente strategia di marketing.
L’esigenza di voler rappresentare tutti, tutte e tutto sembra portare a due tipi di trend simultaneamente: da una parte l’insorgere di avatar, illustrazioni e personaggi fantastici, anche per l’influenza del mondo gaming e dell’hype per Meta e il suo metaverso, infatti, Internet potrebbe essere inondato da un numero crescente di avatar con identità non umane, mirando a offrire realtà alternative per rendere il mondo virtuale un luogo più accogliente e più accessibile a più persone.